5 consigli su come scegliere un corso universitario di musica

La scelta di un corso universitario di musica rappresenta uno snodo decisivo per chi desidera trasformare la propria passione in una carriera professionale. Tuttavia, in un contesto accademico sempre più ampio e differenziato, orientarsi tra le varie opzioni richiede consapevolezza, informazioni aggiornate e una visione chiara degli obiettivi personali. Questo articolo offre un quadro comparativo e neutrale delle principali tipologie di percorsi musicali universitari, per aiutarti a prendere una decisione informata e coerente con il tuo futuro.
1. Tipologie di percorsi: performance, produzione, tecnologia
L’offerta formativa musicale si può generalmente suddividere in tre macro-aree:
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Music Performance e Songwriting: orientata allo sviluppo delle competenze artistiche e tecniche legate all’esecuzione strumentale o vocale, alla composizione e alla scrittura di brani originali.
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Music Production: focalizzata su sound design, beatmaking, uso delle DAW (Digital Audio Workstations), registrazione, mix e mastering.
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Music Technology e Ingegneria del Suono: destinata a chi intende approfondire gli aspetti tecnologici, software e acustici della produzione musicale.
Capire in quale di queste aree rientrano le proprie attitudini è il primo passo per scegliere con criterio.
2. Qualità del titolo e riconoscimento internazionale
Un parametro spesso trascurato è la validità accademica del titolo rilasciato. I percorsi riconosciuti a livello universitario rilasciano titoli ufficiali, come Bachelor of Arts o Lauree di primo livello, spesso validi anche all’estero. È importante verificare:
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Se il corso è accreditato presso enti riconosciuti.
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Se il titolo è spendibile per l’accesso a master, concorsi pubblici, o carriere internazionali.
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Quali sono le procedure per il riconoscimento in Italia o in altri Paesi (es. equipollenza, riconoscimento professionale).
3. Metodo didattico e approccio pedagogico
Ogni istituzione adotta un proprio approccio formativo: alcuni corsi seguono un’impostazione classica e accademica, altri preferiscono una didattica laboratoriale e orientata alla pratica. Alcuni elementi da valutare:
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Percentuale di ore pratiche rispetto a quelle teoriche.
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Utilizzo di software professionali (Ableton, ProTools, Logic, ecc.).
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Presenza di docenti attivi nel settore musicale.
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Attività extra-didattiche: workshop, masterclass, collaborazioni con l’industria.
4. Opportunità post-laurea: placement e carriera
Un buon corso non si limita alla formazione, ma offre strumenti concreti per entrare nel mondo del lavoro. Verifica se il percorso prevede:
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Job placement attivo con aziende partner e professionisti del settore.
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Accesso a progetti Erasmus+ o tirocini internazionali.
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Incontri con etichette, management, studi di registrazione e agenzie di booking.
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Network professionale e supporto all’autopromozione.
5. Location e contesto culturale
Infine, anche la città in cui si studia ha un impatto significativo. Oltre a fattori pratici come il costo della vita o la mobilità urbana, conta molto la vitalità culturale, la presenza di eventi musicali e le possibilità di interazione con altri artisti. Una città piccola ma ricca di stimoli (come Lucca, Siena, Pavia) può offrire un ambiente più concentrato e sicuro rispetto a metropoli affollate, pur restando connesse ai circuiti nazionali e internazionali.